venerdì 20 maggio 2011

Intervista a Graciela Rozenthal

Le Costellazioni familiari

Psicanalista di origine argentina, Graciela Rozenthal ha posto costantemente al centro delle proprie riflessioni i temi della coscienza, del corpo e dell’amore. Negli anni della sua formazione la questione dell’amore era legata in psicoanalisi più all’immaginario, alla fantasia e all’illusione. Una visione restrittiva per lei, cui le esperienze avute attraverso le pratiche di yoga e di meditazione testimoniavano l’esistenza di un collegamento tra l’Io superiore e l’Io che non è solo l’Io cosciente. Dagli anni ’90 ha quindi travasato il concetto dell’amore in terapia, prendendo contatto con il corpo come registro di esperienze emozionali e psichiche. Oggi il suo lavoro si propone di risvegliare le possibilità di autoguarigione di ogni essere umano. Per farlo coordina gruppi di autoconsapevolezza e sviluppo della coscienza, e tiene workshop e supervisioni utilizzando metodologie come Pathwork e Costellazioni familiari. In occasione di un seminario sulle costellazioni da lei condotto di recente a Cagliari, la dott.ssa Rozenthal è tornata a farci visita in Collina. Ne abbiamo approfittato per rivolgerle qualche domanda.

Le costellazioni familiari si possono considerare una terapia?
Sì, sono una metodologia di cura che abbraccia anzitutto il sistema familiare, permettendo di apprendere la riconciliazione e la pace al suo interno. Ma le sue applicazioni riguardano anche le aziende, le istituzioni, i governi, perché consentono di diagnosticare in modo rapido e puntuale dove si sia prodotta la distorsione o l’irretimento.

Cosa intende per irretimento?
Bert Hellinger, lo psicoanalista che ha ideato il metodo delle costellazioni, postula tre leggi: l’appartenenza, la gerarchia e l’equilibrio. Quando queste leggi sono distorte in un sistema si ha l’irretimento. Ciò crea danni non solo ai membri che compongono il sistema attuale, ma anche a quelli che apparterranno ai sistemi futuri.

Quali sono i presupposti scientifici del metodo?
Il metodo delle costellazioni trae spunto dallo psicodramma di Moreno, dalla teoria dei sistemi, dalla fisica quantica, dalla nozione di campo morfogenetico di Sheldrake. Inoltre Hellinger ha studiato filosofia e teologia. Per lui le persone contano più di tutto, e i principi della verità sono quelli del cuore. Hanno a che vedere con i movimenti dell’anima, che non passano attraverso il filtro della mente.

Qual è la particolarità del metodo delle costellazioni?
Uno degli apporti maggiori di Hellinger è l’aver riconosciuto che in ognuno di noi coesistono differenziate una coscienza individuale e una coscienza collettiva. Egli si rese conto che le psicoterapie individuali spesso non funzionavano per motivi riconducibili al sistema familiare. Nelle famiglie esistono delle credenze: per es., devo essere uguale alla mamma, la vita è un costo, il lavoro pesa. Queste credenze portano alcuni membri della famiglia ad assumere quel ruolo. Una persona può avere problemi legati alla sua storia personale, ma se è imbrigliato nel sistema potrebbe non venirne a capo neanche dopo anni di psicoterapia individuale. Le costellazioni inoltre, danno accesso al livello dell’anima. Nessun individuo deve essere escluso dal sistema, nemmeno un assassino. Per questo permettono di apprendere la riconciliazione e la pace anche a livello istituzionale.

Secondo la sua esperienza, cosa fa funzionare questo metodo?
Nelle psicoterapie individuali spesso si arriva a blocchi, e anche se si lavora molto, ad es., sulle relazioni tra figlio/a e padre o madre, tuttavia può esserci qualcosa che blocca il paziente rispetto al vincolo con la propria madre o il proprio padre. È come se fossimo imbrigliati, come marionette, e non possiamo uscirne da soli. Per risolvere il problema è allora necessario lavorare sul sistema, sull’anima del sistema. Con le costellazioni le persone riescono a liberarsi, perdendo il bisogno di ripetere gli schemi disfunzionali. Gli effetti sono silenziosi lenti ed effettivi. In un anno circa si ottiene la risoluzione.

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