venerdì 20 maggio 2011

Le costellazioni familiari

Venerdì 23 aprile 2010 la comunità “La Collina” ha avuto il privilegio e il piacere di avere ospite per qualche ora Graciela Rozenthal, psicologa e psicoterapeuta argentina, presidente di una associazione di psicoterapia, che ha introdotto in maniera garbata e comprensibile il tema delle costellazioni familiari.
Malgrado un problema tecnico con il proiettore le abbia impedito di mostrare il suo lavoro, Graciela ha saputo evocare con le sue parole un mondo di immagini particolarmente vivide, che da subito hanno appassionato il vasto pubblico intervenuto tenendone desta l’attenzione. Con tono pacato e rigoroso ha parlato di leggi dell’amore, di esclusi, di fantasmi familiari, confidando anche di avere una figlia affetta da un grave handicap.
Le costellazioni familiari, ideate da Bert Hellinger, secondo la Rozenthal sono un metodo per propiziare la pace. In quanto tali possono essere impiegate all’interno della famiglia, delle aziende, o di tutti quei luoghi investiti da conflitti di varia natura. Nascendo all’interno di una cornice sistemica, portano a scoprire, conoscere e risolvere problemi e vissuti che non appartengono al soggetto messaggero di sintomi, ma gli sono state in qualche modo tramandate da un membro della famiglia. Nella famiglia infatti, come in altri sistemi, lavorano forze sotterranee e inconsce, capaci di segnare il destino di ognuno dei suoi membri, che agisce sotto queste spinte. Questa trasmissione può spingersi per cinque generazioni, coinvolgendo i figli a partire dai bisnonni.
Per esemplificare il concetto, Graciela ha raccontato l’esperienza con un paziente depresso apparentemente senza motivo. Attraverso la sua costellazione, Graciela è risalita al nucleo del problema, che era la depressione, con conseguente suicidio, di un antenato.
Portando il pubblico all’interno di una dimensione quasi magica, la relatrice ha poi fatto esperire l’unicità del nostro essere attraverso un esercizio capace di risvegliare percezioni, sensazioni e immagini connesse alla nostra vita e al nostro essere unici nel mondo. Nelle costellazioni, quindi, la dimensione individuale è sempre interconnessa con quella familiare.
Un altro tema sul quale la Rozenthal ha portato l’attenzione è quello dei membri familiari esclusi, dimenticati, espulsi o mai nati. L’obiettivo della terapia è permettere ai familiari di fare pace con loro, e questo può avvenire facendo ricorso agli “ordini dell’amore”, che sono le forze curatrici del sistema familiare. Concretamente, una parte della terapia consiste nell’inscenare situazioni relative a tali esperienze, portando alla luce il rimosso o il non detto con l’aiuto delle “frasi risolutrici”.
Ci sono tre leggi che confluiscono in ognuno di noi:
  1. Legge dell’appartenenza. Tutti quelli che formano una famiglia, hanno diritto ad appartenere a quella famiglia; se una persona viene esclusa, questa esclusione porta sofferenza all’intero sistema. All’interno di questa legge rientrano anche gli aborti, i grandi amori dei genitori e le persone che la nostra famiglia ha privilegiato o pregiudicato.
  2. Legge dell’equilibrio tra il dare e il ricevere. È fondamentale nella coppia. Stabilisce che ci deve sempre essere un equilibrio tra queste dimensioni, o la coppia si rompe. Solitamente, se si riceve troppo ci si sente indegni e si decide di tagliare. Se accade il contrario ci si sente svalutati, e anche questo porta alla rottura. Questa legge funziona anche all’interno delle aziende.
  3. Legge dell’ordine. I primi sono i genitori, poi vengono i figli. I figli non possono essere o fare i genitori dei genitori.
Graciela ha infine permesso ai partecipanti di esperire praticamente un’esperienza attraverso la rappresentazione scenica di un conflitto. L’esercizio ha riscosso un notevole successo. Secondo la terapeuta è sufficiente rappresentarlo una volta per avere la risoluzione. 

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